Dopo un primo sommario ascolto, il piccolo preamplificatore di casa Meridian dei grandi Bob Stuart and Allen Boothroyd, ha mostrato le sue peculiarità. Appartiene a quella scuola di pensiero anglosassone minimalista, secondo la quale meno c’è meglio è; un po’ come disse Henry Ford, argomentando sulla sua fortunatissima model T : “se non c’è non si rompe”. Dicevo, modelli essenziali, altamente ingegnerizzati, con componentistica di pregio ed estremamente semplici.
La Meridian, la prima azienda hifi a credere nel suono del digitale, la prima a credere, mutuando dalla Philips i concetti base del digitale, che una coppia di diffusori amplificati e pilotati da un semplice preamplificatore, fosse la soluzione definitiva in ambito home, ed anzi ancora più definitiva se il segnale fosse veicolato direttamente in digitale e convertito solo alla meta in analogico prima di essere amplificato e riprodotto. Dicevo, minimal nella concezione, non nel risultato. L’ho collegato al mio solito sistema, al mio finalone Krell FPB 300 e ai miei diffusori T+A, a riprodurre la musica proveniente dal mio Music Server Thinkdigital by Pino Moschetta e dal convertitore digitale Merging Hapi. Ebbene un risultato davvero soddisfacente, con una grande focalizzazione del soundstage, una convincente interpretazione timbrica, una bella musicalità.
Poi è bellissimo nella sua livrea nero piano, un giocattolino per sgranchirsi le orecchie e baloccarsi nella musica più bella.
Molto flessibile, ha lo stadio phono opzionale e può pilotare anche due finali contemporaneamente, per una bella esperienza anche in biamping.
Proprio un bell’acquisto, da consigliarsi per impianti assemblati cum grano salis e un occhio di riguardo al budget stanziato.