Il titolo dell’articolo è volutamente storpiato nascondendo il nome di uno strumento musicale quasi dimenticato. Qualcuno che lo ha sentito nominare casualmente o per briciole di reminescenze scolastiche, lo assocerà al pianoforte quale suo antenato. In realtà, secondo la classificazione organologica, Il Clavicembalo rientra nella famiglia dei cordofoni a pizzico indiretto, cioè le corde non vibrano col contatto fisico delle dita dell’esecutore. E’ dotato di tastiera con meccanica interna piuttosto complessa che ha il compito di toccare le corde in senso verticale. Il timbro ci porta ad un passato lontano: salotti nobiliari, castelli, dame eleganti e modi gentili. Ma è stato anche uno strumento che ha ispirato grandi compositori: Bach, Haendel, Scarlatti tanto per citarne alcuni. Emblematico è il titolo della monumentale opera di Johann Sebastian Bach “IL CLAVICEMBALO BEN TEMPERATO”, considerato il perfezionamento del “Sistema Temperato Equabile” tutt’ora in uso. Tra la fine del 1500 fino alla prima metà del 1700 era l’unico strumento a tastiera portatile, soprattutto nelle sua versione ridotta (spinetta).
Il pianoforte nascerà grazie all’abilità e all’ingegno di BARTOLOMEO CRISTOFORI, cembalaro presso la corte dei Medici a Firenze. Sostituirà i salterelli con martelletti percussivi stravolgendo gli stili e le mode del tempo.
Inizialmente denominato FORTEPIANO, grazie alla sua capacità di modificare le dinamiche sonore, caratteristica preclusa al Clavicembalo. Inoltre la maggiore potenza sonora lo porterà ad essere lo strumento adatto anche ad ambienti più grandi, quali teatri ed auditorium. Il lento declino del cembalo sarà inevitabile quando la ventata romantica del 1800 lo trascinerà nel dimenticatoio. Bisognerà attendere le avanguardie del 1900 per assistere a una riscoperta e a una sua rivalutazione, oltre alle esecuzioni filologiche di musica barocca. Per fortuna le classi di Clavicembalo sono operative in quasi tutti i Conservatori e molteplici i solisti che si sono dedicati ad esso.
Nel breve video, rubato pochi minuti prima della prova di un concerto tenuto presso l’auditorium di Isernia, si può osservare da vicino la meccanica interna dello strumento, oltre ai due magnifici manuali. E’ un clavicembalo di stile francese ma costruito da un cembalaro molisano, gentilmente prestato dallo stesso per l’occasione. Francesco Ciocca di Riccia, piccolo paese in provincia di Campobasso, ha una lunga esperienza alle spalle ed esporta i suoi strumenti in tutto il mondo. Un’altra eccellenza di un Molise che esiste.