TOWNSHEND SEISMIC ISOLATION PODIUM
La scienza del disaccoppiamento meccanico
In passato, su queste pagine, ci siamo occupati di Townshed, provando e scrivendone della loro Seismic Platform, base antisismica per giradischi d’alto rango.
Fu una prova “spiazzante” per l’altissimo grado di isolamento meccanico che la Seismic Platform produsse, rendendo praticamente inattaccabile il giradischi in riproduzione da qualsiasi tipo di vibrazione risalente dal pavimento attraverso il portaelettroniche su cui era adagiato il Musical Fidelity M1 della nostra redazione.
Da quella prova in poi, abbiamo sempre tenuto in altissima considerazione la gamma di prodotti Townshend, studiandone la gamma e richiedendo in prova una coppia di stands Seismic Podium, progettati, in varie misure, per i diffusori da pavimento e da stand.
Certo è che per accogliere e sostenere in regime flottante le nostre Genesis Advanced Technology III da 70 Kg ciascuna è stato necessario fornire le misure dell’impronta a terra di questi imponenti diffusori e farne realizzare su misura “le scarpe” idonee.
Giunti in redazione i due voluminosi colli contenenti i Seismic Podium, l’unboxing è stato un momento d’alto godimento onanistico, per via della fattura d’alto livello che si è presentata al tatto e alla vista maneggiando questi spettacolari piedi regolabili, che si avvitano sotto la piastra in delrin con verniciatura antirombo goffrata. Una volta montato il Podium, la sensazione di avere a che fare con un congegno di precisione è stata immediatamente chiara.
La base antisismica Townshend Podium, ha, primariamente, la funzione di aumentare l’impronta a terra del diffusore che ospita, aumentandone la stabilità. Il risultato estetico è molto bello, conferendo ulteriore importanza a qualsiasi diffusore.
I piedi sono progettati su molle incapsulate in una sacca a tenuta d’aria; i micromovimenti causati dalla massa mobile degli altoparlanti in movimento, il cui movimento è essenzialmente parallelo al pavimento e dunque perpendicolare al cabinet, si trasferiscono dallo stesso alla piattaforma e da quest’ultima ai piedoni, generando una constante azione di compressione e depressurizzazione di ogni piedone, tramite una valvola posta superiormente.
Questa logica alla base del progetto Townshend, consente dunque uno smaltimento istantaneo dell’energia sismica, isolando di fatto il diffusore dal pavimento, non consentendone la trasmissione delle vibrazioni endogene a quest’ultimo ma, soprattutto, il re-ingresso nel cabinet.
Il risultato è una perfetta e costante stabilità verticale del cabinet che si comporta, alla vista degli altoparlanti, come un muro solidissimo a cui sono ancorati.
L’effetto udibile è una stratosferica solidità del basso che sembra compattarsi e rendersi esplosivo, senza code e riverberi indesIderati; l’abbattimento della “melma sonora”, rende straordinariamente più intellegibili le frequenze medioalte, con una percezione estremamente chiara di ogni strumento e voce presente sul palcoscenico musicale.
La dilatazione degli spazi fra gli strumenti comporta un aumento della scatola sonora e rende emozionante e veritiera la performance acustica.
Nella sala d’ascolto di Audiosinapsi, il contrabbasso ha beneficiato di una riduzione naturale delle sue dimensioni fisiche che, a dispetto di ciò che credono molti audiofili che non frequentano jazz club e sale da concerto, dal vivo non è suonato da Gulliver ma da eleganti musicisti in abito scuro e papillon.
Le voci, soprattutto quelle femminili, hanno mutato nettamente forma, sviluppando un’emissione tridimensionale, perfettamente olografica e stabile al centro.
La musica classica, nei suoi pienoni orchestrali, ha perso quel senso irrealistico di “roboante fragore”, presentandosi ai sensi degli ascoltatori che hanno costituito il panel di questa prova, come un vero e credibile “unisono”, estremamente preciso, netto, veloce negli attacchi e velocissimo nel raggiungere la posizione di riposo. Ne è conseguito un “nero” perfetto, punto di partenza reale per ogni successivo attacco orchestrale a ridosso del precedente, eppur distinto.
L’effluvio di armoniche naturali nel pianoforte e negli strumenti ad ancia è inarrestabile, coinvolgente, ineguagliabile. Nella controprova in tempo reale, è bastato scendere le Genesis III dai Podium per tornare “con i piedi per terra” (mai locuzione più azzeccata).
Al loro posto, abbiamo posizionato le Acoustic May OUD, 66 kg complessivi con il loro piedistallo. In un nanosecondo si è ri-materiallizato il palcoscenico dettagliato e preciso ascoltato con le Genesis III, segno evidente che questi dispositivi antisismici sono un toccasana per qualsiasi diffusore, non solo da pavimento.
E’ la musica signori, quella dal vivo, il vero azimuth audiofilo, non certamente quella ascoltata per una vita attraverso i nostri amati strumenti di riproduzione e tenerne in conto, prestarli fede e inseguirne la verosimiglianza è l’unico senso di questo appassionante hobby.
Serve cultura d’ascolto per non perdere la direzione e rischiare di confondere il fragore con la melodia.
I Townshend Seismic Podium sono strumenti indispensabili per la messa a punto consapevole di impianti high end maturi. Ridurne l’essenza ad accessori secondari è un’occasione sprecata per ragionare d’alta fedeltà. Incidono più di un cambio elettronica; determinano più di un intervento fonoassorbente.
Abbattono all’origine la questione critica di ogni ambiente d’ascolto domestico ed è per questo motivo che non usciranno più dalle sale d’ascolto di Audiosinapsi. Sic et sempliciter.
video approfondimenti sui sistemi di isolamento sismico Townshed
vai al sito Townshend
leggi altro articolo di Carlo Elia