COSA COMPORTA LA REGOLAZIONE DEL VTA
Cap. 5) COME ESEGUIRE LA REGOLAZIONE DEL VTA
- Generalmente il punto di partenza di quest’arte dimenticata, si può riassumere nelle successive tre regolazioni strettamente collegate fra loro:
- A. regolare il peso di lettura così come consigliato dalla casa costruttrice del fonorivelatore;
- B. regolare la geometria del braccio in modo che lo stesso, anzi il proprio asse nel caso di canne rastremate, corra parallelamente alla superficie del disco;
- C.azzerare la regolazione del VTA ponendo l’indice del braccio a zero, o nel caso di bracci sprovvisti usare un calibro.
- Si intuisce come la regolazione al punto A.nel momento in cui successivamente dovessimo variare il peso di lettura, rappresenta anche una variazione intrinseca del VTA o SRA; Pertanto una volta stabilito il peso di lettura corretto, esso diventa un parametro fisso ed invariabile, altrimenti se volessimo modificarlo bisognerebbe nuovamente ripetere nell’ordine le regolazioni B.e C.
- Inoltre, per eseguire la regolazione al punto C., come in precedenza descritto, è necessario disporre di un braccio che permette attraverso un indice graduato di provvedere alla regolazione delVTA, volendo, (ma non è necessario), anche durante l’ascolto.
- Nel caso il braccio non sia dotato dell’indice graduato, ma in ogni caso permette di poter alzare o abbassare lo snodo rispetto al piano del disco, operiamo con l’aiuto di un calibro in modo di conoscere ed annotare, via via, a quanti millimetri ammonta lo spostamento lungo l’asse verticale che abbiamo impostato.
- Una opzione all’uso del calibro è l’installazione, che personalmente ho eseguito sul mio Eminent Technology type One già all’epoca modificato per regolare il VTA, di un comparatore micrometrico in modo da rilevare molto precisamente di quanto alziamo o abbassiamo l’articolazione del braccio rispetto ad un indice definito zero vedi (Fig. 6).
- Il comparatore micrometrico, utensile usato in meccanica di precisione per valutare le eccentricità di torniture e alberi rotanti, non è altro che un quadrante analogico o digitale nel quale un giro completo della lancetta corrisponde, nel mio caso, all’incremento di +/- un millimetro. Ovviamente all’interno del quadrante, come si può vedere in (Fig. 6) è presente un secondo piccolo quadrante, ove ogni indice numerico corrisponde ad un giro completo della lancetta principale, in definitiva a un millimetro di sollevamento o abbassamento dell’articolazione del braccio.
- Va comunque precisato che, con le tre regolazioni ai punti A. B. C.che abbiamo precedentemente eseguito, non è detto che lo stilo sia messo nella migliore condizione di lettura del solco.
- Da questo momento in poi, mantenendo come punti fermi i tre precedenti parametri, il buon esito della regolazione è legato a due ulteriori interventi sul braccio uno in alternativa all’altro:
D. quello tendente a sollevare l’articolazione rispetto la superficie del disco;
E. quello tendente invece ad abbassarla.
Cap.6) COSA SUCCEDE AL SISTEMA BRACCIO, CANTILEVER, STILO.
- Forse alcune figure potranno fugare in modo definitivo il comportamento dello stilo durante la lettura in conseguenza degli interventi ai punti D.ed E.Esse chiariranno la migliore geometria da impostare capace di rilevare all’ascolto i miglioramenti che man mano andremo ad apprezzare.
- Osserviamo la (Fig. 7); il CASO A denota un VTAmaggiore rispetto al CASO B che invece denota un VTAminore ovviamente ambedue rispetto allo zero in precedenza impostato.
- Ciò, come si può intuire, comporta in entrambi i casi che durante la rotazione del disco le pareti del solco, ovvero le anse della modulazione, colpiscano gli spigoli, o creste dello stilo, in un arco temporale per così dire dilatato. Questa condizione genera confusione durante l’ascolto in quanto l’evento musicale viene spalmato in un tempo più ampio e non nell’arco di tempo costituito dalla unicità temporale di ogni singolo istante dell’evento musicale così come fissato durante la registrazione.
- Difatti nella prima figura, per effetto della rotazione del disco, è la parte inferiore dello stilo ad essere sollecitata per prima dalla medesima entità temporale del messaggio inciso, via via fino a salire alla sua parte superiore. E’ proprio il lasso di tempo, anche se infinitesimo, intercorrente tra la sollecitazione della parte inferiore e della parte superiore dello stilo, che determina confusione nell’ascolto. Quando le creste dello stilo sono perfettamente parallele rispetto all’inclinazione delle anse di modulazione del solco avremo il responso ottimale. Tutto ciò significa che l’angolo VTA o (SRA dello stilo) dovrebbe corrispondere all’angolo di incisione del bulino.
- Nel secondo disegno(CASO B), al contrario, ad essere sollecitata per prima è la parte superiore via via fino alla parte inferiore. Questa lunghezza, finanche minima, rappresenta anche in questo caso uno spazio geometrico che si trasforma in temporale per effetto della rotazione del disco.
- Naturalmente, come nel caso precedente, ciò da origine ad una dilatazione della unicità temporale dell’istante di messaggio inciso dando origine di confusione nella percezione. Ciò avviene per il fatto che la cresta dello stilo a contatto con il solco striscia sulla modulazione non parallelamente all’inclinazione della stessa ma con una certa angolazione direttamente dipendente dall’errore del VTA
- Si nota altresì che aumentando l’inclinazione del cantilever, ed ovviamente quella dello stilo, perché solleviamo troppo la parte posteriore del braccio, o diminuendola perché al contrario la abbassiamo, quell’arco di tempo si amplierà maggiormente rendendo il messaggio musicale ancora più confuso e sgradevole.
- A proposito del valore del VTA e conseguente inclinazione dello stilo, bisogna chiarire un ulteriore aspetto poco considerato che diminuisce notevolmente la qualità della riproduzione. Difatti, finché non riusciremo a assegnare all’asse dello stilo la giusta inclinazione corrispondente a quella del bulino incisore, il ridottissimo raggio di curvatura di ambedue i lembi dello stilo che vengono a contatto con il solco, si troverà nella condizione virtuale di essere visto dal solco con un raggio di curvatura fittizio assai maggiore, quando nella realtà il raggio di curvatura per ovvi motivi rimane invariato. Questa circostanza gli impedisce di penetrare approfonditamente nelle anse che costituiscono la modulazione del solco sia riguardo i movimenti verticali che orizzontali. Questa inclinazione scorretta dello stilo, ovviamente, è paragonabile ad uno stilo avente caratteristiche geometriche di qualità inferiore ed alla sua innata difficoltà di seguire correttamente e approfonditamente tutte le minime anse della modulazione del solco.
- In parole povere ciò che dobbiamo ricercare è la geometria del CASO C della(Fig. 7), o molto prossima a questa con uno scarto di +/- 1,2° che, (ripeto), non è detto corrisponda alla posizione del braccio posto sullo zero iniziale e di conseguenza con il proprio asse parallelo al piano del disco; se fossimo sicuri di ottenere il massimo da questa circostanza eviteremmo qualsiasi regolazione successiva.
- La geometria corretta restituirà durante l’ascolto l’esatta tempistica di tutte le fasi dell’evento così come inciso, quindi con estrema precisione e soprattutto privo di code, in quanto sia la parte superiore che la parte inferiore dello stilo verrebbero sollecitate dalle anse della modulazione nel medesimo istante e lo stilo stesso avrebbe la possibilità visto il piccolissimo raggio di curvatura di insinuarsi in profondità nei meandri del solco ed estrarre tutte le informazioni in esso presenti con sensibile aumento della dinamica.
- A tal proposito cerchiamo di capire in che maniera lo stilo estrae il messaggio sonoro dall’interno del solco.
- Osservando il fonorivelatore di fronte, mentre traccia il solco, a sinistra, ovvero verso l’interno del disco sono incise le modulazioni del canale sinistro, a destra, verso l’esterno quelle del canale destro.
- Ovviamente in un solco monofonico la modulazione presente sul lato sinistro è perfettamente uguale –non simmetrica- a quella presente sul lato destro ed ovviamente la profondità del solco rimarrà costante. Pertanto è facile intuire che in questo caso lo stilo sarà costretto a muoversi ondulando solo orizzontalmente in un senso più o meno parallelo al piano del disco.
- Riguardo un solco stereofonico, ovviamente la modulazione del lato sinistro sarà diversa dalla modulazione del lato destro.
- La mancanza di uguaglianza della modulazione di ambedue le pareti del solco, comporta che la profondità dello stesso vari continuamente. Proprio per questa circostanza lo stilo, durante il tracciamento, sarà costretto ad oscillare anche in senso verticale.
- Pertanto, nel caso di una registrazione stereofonica, sarà l’azione combinata delle oscillazioni orizzontali e verticali a far sì che lo stilo discrimini le due modulazioni.
- Perché, allora, bisogna ricercare la geometria del CASO C in (Fig.7).
- Nei CASI A e B della (Fig. 7)come si vede l’asse dello stilo non risulta parallelo rispetto all’inclinazione delle modulazioni, ciò si traduce in un aumento fittizio del raggio di curvatura dello stesso, impedendogli di fatto, come già detto, sia di seguire in profondità le modulazioni che fanno oscillare lo stilo in senso orizzontale e quelle che lo fanno oscillare in senso verticale.
- Se lo stilo fosse conico, come già in precedenza spiegato, esso toccherebbe le pareti del solco solo in due punti, ovvero microscopici cerchi, il primo sul lato sinistro il secondo sul lato destro. Nel caso degli stili LINE CONTACT essi toccano le pareti del solco attraverso il contatto di due segmenti di lunghezza circa 30 – 40 micron. Pertanto se lo stilo non risulta con la giusta inclinazione verticale rispetto al solco è difficile che i due segmenti penetrino sia in profondità che lateralmente nelle anse incise, evitando così di estrarre preziose informazioni che non avremmo mai l’opportunità di ascoltare.
- Per chiarezza faccio un ulteriore esempio;
immaginate di far penetrare un tondino metallico di un dato diametro all’interno di un foro metallico di pari diametro, facendo in modo che gli assi del foro e del tondino non siano perfettamente coincidenti. L’operazione sarà impossibile! Quindi ciò che dobbiamo ricercare è l’angolazione dello stilo rilevatore che dovrà risultare molto prossima, se non uguale, a quella del bulino incisore per far sì che lo stilo penetri con la maggior profondità possibile all’interno del solco.
In altre parole l’angolazione delle creste dello stilo rispetto al piano del disco, dovrà coincidere con l’angolazione delle anse corrispondenti alla modulazione del solco rispetto al medesimo piano, ovvero all’angolazione del bulino incisore.
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