Diffusori usati: quando conviene? Alcune riflessioni e considerazioni.
Ultimamente, visto i prezzi del mercato, è diventato molto più frequente l’acquisto dell’usato o lo scambio di diffusori acustici. Ma è sempre un affare? Quali sono gl’interventi da effettuare per riportarli in vita?

Il mobile
Negli anni settanta e ottanta era molto frequente usare truciolare rivestito in vinile o nella migliore delle ipotesi un sottile (6/10) piallaccio di legno. Ormai hanno spigoli sbeccati, graffi e a volte pezzi mancanti. Qui l’operazione è semplice: ricostruzione con stucco epossidico e reimpiallacciatura. Tempo e costo limitato.

Il crossover
Con il tempo i condensatori (troppo spesso erano elettrolitici non polarizzati) perdono il valore originale: da sostituire possibilmente con dei buoni polipropilene. Le resistenze di attenuazione col calore si “cuociono”. Da sostiture con delle buone antinduttive.

Il tweeter e il midrange a cupola morbida
Qui cominciano le difficoltà.
Un tweeter si muove a velocità elevatissime creando calore che provoca due fenomeni: il riscaldamento del ferrofluido e l’irrigidimento della sospensione e della cupola. Il ferrofluido tende a diventare solido e pastoso cambiando le sue caratteristiche fisiche e limitando il movimento dell’equipaggio mobile. Già dopo circa trecento ore i parametri sono completamente cambiati. Che fare? L’ideale sarebbe sostituirli, ma un buon artigiano può sostituire il ferrofluido, riducendo drasticamente il danno dell’uso. Non saranno nuovi, ma suoneranno un po’ meglio.

Il woofer
I fenomeni di riscaldamento riguardano specialmente il o i woofer. La bobina (equipaggio mobile) si cuoce e cambia caratteristiche elettriche e meccaniche. Poi c’è la sospensione. Se in foam va cambiata spesso. Se in gomma, butilene o tessuto trattato s’irrigidisce. Ma i problema IRREPARABILE è la perdita del magnete. Il flusso magnetico perde costantemente ed inesorabilmente energia (densità di flusso).

Ecco un estratto da uno studio del POLITECNICO DI MILANO
Facoltà di Ingegneria dei Processi Industriali – Dipartimento di Elettrotecnica

Stabilità dei magneti.
La capacità dei magneti di sostenere un campo magnetico è dovuta ai domini magnetici che sono bloccati nella loro posizione dall’anisotropia del materiale.
Una volta rimosso il campo magnetizzante iniziale, i domini restano nella loro posizione finché non agiscono forze esterne superiori a quelle che li tengono fissi. L’energia richiesta per alterare il campo prodotto dai magneti varia molto per ogni tipo di materiale. La stabilità può essere descritta come “la possibilità di ottenere dal magnete le stesse prestazioni lungo tutta la sua vita”.
Fattori che influenzano la stabilità sono il tempo, la temperatura, i cambiamenti di riluttanza, campi smagnetizzanti, radiazioni, stress e vibrazioni. Da questo punto di vista il comportamento migliore lo mostrano i magneti in terre rare mentre l’AlNiCo può perdere al massimo il 3% della propria densità di flusso dopo 100.000 ore di vita. Come si potrà notare TEMPO, TEMPERATURA, STRESS e VIBRAZIONI sono tutti i fattori riguardanti i trasduttori acustici. Se provate a misurare un woofer dopo un anno o due di utilizzo i parametri T/S saranno totalmente cambiati. Inutile spendere soldi in tentativi. Si può recuperare al 30/40% ma non suonerà mai come uno nuovo perfettamente identico. Ciò detto vale anche per quelli NOS (New Old Stock). La perdita magnetica, non avendolo usato, è sensibilmente minore…ma dopo 20 e passa anni (AlNiCo a parte) …

Ricapitolando
L’acquisto dell’usato va fatto considerando il costo d’acquisto. Nella migliore delle ipotesi un diffusore (anche in condizioni perfette) AR, Genesis, Epicure, Snell ecc. che ha più di trent’anni avrà un lontano ricordo delle performance della gioventù.

Nel caso di diffusori più recenti, ho ascoltato fin troppi cadaveri riesumati esteticamente che impressionavano in stanze splendidamente arredate ma che della vitalità ed energia dell’epoca non avevano neanche un lontano ricordo.

Agli Audiofili l’ardua sentenza.