Calore, precisione, scena infinitamente ampia e …silenzi.
Inquietanti nell’aspetto estetico, col loro “industrial look” hanno ispirato le più superficiali penne audiofile verso commenti dal “freddi” al “rozzi”, senza averli mai ascoltati seriamente in catene degne del loro blasone.
Superbi nel controllo, caldi come l’icona vera della Class A che rappresentano da sempre, sono oggetti infiniti in ogni parametro, oggi, maggiormente valorizzati nel mio impianto da un matching perfetto con il Pre CJ Premier 7.
Non competono per tridimensionalità e “schiena” con gli altri miei finali CJ Premier 8 ma li superano per articolazione del basso e miglior inserimento complessivo degli strumenti nella scena sonora.
Non accendono i riflettori su singole voci e strumenti come i CJ (insuperabili nel jazz) ma restituiscono l’unisono delle grandi orchestre con affascinante verismo.
Più analitici e dinamici a basso volume, meno imponenti e maestosi dei CJ ad alto volume.
Insomma, tante buone ragioni per NON scegliere e godermi entrambe le soluzioni alternando ogni paio di mesi.
L’essenza della musica è inestrinsecabile con una sola ricetta.
Chi può e ha voglia, non si perda in domande sul sesso degli angeli e si munisca di entrambe le amplificazioni, valvolari e a stato solido.
I Krell e la classica, sono un connubio di eleganza, raffinatezza e maestosità irrinunciabile.
Dalle 22 della sera alle 02, è uno scalare della manopola volume inversamente proporzionale all’avanzare della notte. Via via che gli abitanti della casa vanno a dormire, scende il silenzio, scende il volume e si apprezza ancor più il nero di fondo di queste magnifiche elettroniche. Più tutto scende, più si apprezza l’immensa solidità e articolazione di un basso senza pari. Un 10 cilindri che ronfa a basso regime, ricolmo di coppia reattiva ad ogni sfioramento dell’acceleratore. Dinamica e controllo la vera forza di queste belve gentili e raffinate. Un aspetto esteriore da duri che nasconde un cuore caldo come nel genoma della migliore Class A.
Una coppia di Krell Ksa 100s configurata in biamplificazione verticale (un finale per ogni diffusore ma rigorosamente in stereo con i due canali di ognuno a pilotare separatamente bassi e medioalti di ciascuno), rende sconvolgenti i parametri articolazione e dinamica, molto più che un singolo finale col doppio della potenza. Ogni toroidale rimane a disposizione della porzione di frequenza che ne fa richiesta “just in time”, rendendo fulmineo e turgido ogni transiente. Il concetto teorico di “velocità” (che ovviamente è solo una percezione non corrispondente ad alcuna aumento reale della stessa), viene letteralmente “magnificato”.
L’unisono orchestrale impatta con realistica decisione senza mai un accenno di inutile violenza. Tutto è concreto, perfettamente dimensionato, immanente e trascendente al contempo. Il Krell KSA 100s è una pietra miliare dell’alta fedeltà. Una coppia è la “pietra angolare” della riproduzione della musica classica in ambiente domestico, in grado di reggere l’arco del castello dell’emozione dal divano di casa.
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