Ho iniziato ad interessarmi di alta fedeltà alla fine degli anni ’70, folgorato sulla via di Damasco da un coordinato Rotel con diffusori JBL di un amico dei miei genitori. Ho ascoltato lì, per la prima volta, The Dark Side of The Moon su un giradischi che non fosse il nostro BSR quasi Reader’s Digest.
Da allora cominciai a divorare riviste del settore, sognando ed articolando le più improbabili combinazioni di apparecchi e diffusori, studiando le loro caratteristiche.
Era il periodo aureo dell’HIFI, le riviste erano numerose, i negozi pure, i marchi tantissimi, l’offerta era sotto casa, non bisognava fare i “viaggi della provvidenza” per agguantare l’agognato apparecchio, i magazzini erano pieni, i negozi di dischi pure, di gente e album.
La prima rivista in cui mi sono imbattuto è stata SUPERSTEREO Audio Magazine, che ha avuto una breve vita, circa 4 anni e che custodisco ancora gelosamente.
Era una rivista molto esplicativa, faceva prove in batteria di apparecchi e diffusori, confronti seri, magari con i parametri dell’epoca, ed il lettore dopo aver appreso le conclusioni della redazione, magari si faceva un’idea chiara, del valore di ciascuno degli apparecchi in prova. L’idea, poteva essere sbagliata, ma per lo meno era chiara. Era il periodo dei misuroni; la bontà degli oggetti derivava, fondamentalmente dai numeri e dalle misure. Per questo si creò, ad esempio, il mito del Pioneer SA 9500, reo di aver surclassato nelle misure un blasonatissimo amplificatore dagli occhioni blu. Tutto si sacrificava sull’altare della bassa distorsione, controreazione pompata alla morte ed altro che non vale la pena di rammentare, eppure, eppure gli audiofili, gli audiofili erano felici.
Che nostalgia, che semplicità, che bellezza !!!!